Nonostante la Cassazione, non cediamo alla logica del diritto acquisito
Con la sentenza n. 13607 del 30 luglio 2012, la Corte di Cassazione ha riaffermato e, se possibile, ancor più rafforzato il suo orientamento in materia di imprescindibilità del principio del pro rata temporis ogniqualvolta vengono cambiate in peggio le regole per il calcolo della pensione.
In altre parole, qualsiasi modifica peggiorativa, resa tipicamente necessaria dall’esigenza di garantire la sostenibilità di sistemi previdenziali che, evidentemente, risultano più generosi di quello che i flussi contributivi e demografici prospettici consentono di mantenere nel tempo, deve essere disposta esclusivamente per il futuro.
Tutti i diritti sin lì maturati o, meglio, sino ad allora in corso di maturazione, non possono essere toccati e devono anzi considerarsi cristallizzati.
A prima vista, questa statuizione di principio può sembrare giusta e lo sarebbe, in effetti, se parlassimo di un contratto tra un assicurato e un ente che stipulano un accordo volontario.
Nell’istante in cui, però, questa granitica impostazione viene calata con la scure nel mondo della previdenza obbligatoria, la giustizia contrattuale si trasforma in iniquità generazionale.
Tutti i soggetti che risultano obbligati per legge ad iscriversi a una determinata gestione previdenziale sono come una grande comunità, nell’ambito della quale l’applicazione del principio del pro rata non si risolve semplicemente nella tutela del singolo, rispetto alle scelte “peggiorative” dell’ente, bensì si riflette anche in una contrazione dei diritti maturabili in futuro dai giovani tanto più pronunciata quanto, appunto, è maggiore il peso che gli si addossa per garantire l’intangibilità di quanto già maturato da chi li ha preceduti e che, a loro volta, non potranno maturare.
La logica del diritto acquisito, del chi c’è c’è, la fa da sempre da padrona in Italia e quella che da anni porta avanti la Corte di Cassazione non è null’altro che la sua concettualizzazione e sistematizzazione giuridica in ambito previdenziale.
Vergognosa, quanto ottima come scusante per tutti coloro che non hanno voglia di impegnarsi in una dura lotta di cambiamento delle regole, prima, e delle mentalità, poi.
È evidente che il legittimo affidamento di chi pensava di star maturando un determinato diritto merita adeguata tutela, ma questo è tutto un altro paio di maniche.
Un conto è dire che i cambiamenti di regole all’interno di un corpo sociale, se si attuano, si attuano per tutti, prevedendo a latere dei meccanismi di attenuazione degli effetti peggiorativi (che investono tutti, senza cittadini di serie A e di serie B), per tenere conto del legittimo affidamento di chi aveva già in corso di maturazione dei diritti.
Un conto è concettualizzare che, quando si cambiano le regole all’interno di un corpo sociale, si possono cambiare soltanto per il futuro e il costo dell’insostenibilità, che ha reso necessario quel cambiamento al ribasso, lo si mette per intero a carico delle nuove generazioni.
È questa seconda logica che sta portando il Paese ad un declino sempre meno reversibile, a causa di un passato che molti, troppi vogliono proteggere anche a costo di pregiudicare il futuro.
Possiamo ripartire solo passando alla logica dei diritti acquisibili da tutti
Solo passando dalla logica del diritto acquisito da alcuni alla logica dei diritti acquisibili da tutti si potrà ipotizzare una ripartenza e si potrà parlare di veri patti tra generazioni.
Non vi è dubbio che la coperta si è accorciata molto e che, per alcuni anni, bisognerà fare di necessità virtù.
Se, però, il modello di solidarietà familiare che vogliamo costruire, per superare questa congiuntura difficile, è quello del padre che aiuta il figlio adulto a pagarsi l’affitto o il mutuo, invece di quello del figlio adulto che aiuta il padre a pagarsi la badante, rassegniamoci allora ad essere già oggi un Paese di zombie che camminano.
Noi, nonostante pure la Cassazione ci continui a mettere del suo, non ci rassegniamo.
Proprio no.
Articolo di Enrico Zanetti
Fonte: http://www.eutekne.info
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